Anna Damoli

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“Una collezione é stata anche definita come un insieme di oggetti naturali o artificiali, mantenuti temporaneamente o definitivamente fuori dal circuito delle attività economiche, soggetti a una protezione sociale in un luogo chiuso a tale scopo, ed esposti allo sguardo del pubblico” Karl Pomian

Chiara Rovescala

-Ogni avvenimento, ogni presenza, lascia dietro di sè tracce che possono essere transitorie o permanenti. Una traccia può essere fugace e lasciare una presenza solo nei nostri ricordi oppure essere materiale, conservare in sè ciò che è accaduto e raccontarne la storia a chi la vede. Quello che avviene in un luogo, […] rimane cone “fantasma del passato”, anche quando non lascia tracce visibili.

Supplemento di Abitare #509, 02/2011
From place to place – Hotel stories

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– Non sono malato, sono soltanto ricco, ricco, ricco…

Marina Jarre “Il tramviere impazzito e altre storie” – Einaudi, 1962

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Alice Dal Ferro

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La tradizione è una bellezza da conservare, non un mazzo di catene per legarci.

Ezra Pound

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La lettura […] ci insegna ad accrescere il valore della vita, valore che non abbiamo saputo apprezzare e della cui grandezza solo grazie al libro ci rendiamo conto.

Marcel ProustIl tempo ritrovato, 1927

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Cultura è ciò che resta nella memoria quando si è dimenticato tutto.

Burrhus F. Skinner

Joana Blasques

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“As for collecting proper, it has a door open onto culture, being concerned with differentiated objects which often have exchange value, which may also be ‘objects’ of preservation, trade, social ritual, exhibition — perhaps even generators of profit. Such objects are accompanied by projects. And though they remain interrelated, their interplay involves the social world outside, and embraces human relationships. […] In point of fact, moreover, we cannot avoid the question whether objects can indeed ever come to constitute any other language than this: can man ever use objects to set up a language that is more than a discourse addressed to himself?”

Jean Baudrillard. The System of Objects (Le système des objets, 1968). Verso, London, 1996.

Federica

Volevo soltanto dire che al di là delle “istruzioni per l’uso”, gli strumenti e le cose sono, nella vita degli uomini, i mezzi con i quali essi compiono o cercano di compiere il rito della vita e se c’è una ragione per la quale esiste il design, la ragione – l’unica ragione possibile – è che il design riesca a restituire o a dare agli strumenti e alle cose quella carica di sacralità per la quale gli uomini possano uscire dall’automatismo mortale e rientrare nel rito.

Ettore Sottsass, “Domus”, Milano, n. 386, gennaio 1962

 

“Sicuramente voi che leggete state pensando che la mia conquista comportava di necessità qualcosa di molto sgradevole: dormire con un essere menomato, se non mostruoso molto brutto. Il fatto è che voi la leggete questa storia, e mi anticipate, mentre io la vivo, la vivo ancora.”

Goliarda Sapienza, “L’arte della Gioia”, Edizione Stampa Alternativa Nuovi Equilibri, 1994

 

Io sono una forza del Passato.

Solo nella tradizione è il mio amore.

Vengo dai ruderi, dalle chiese,

dalle pale d’altare, dai borghi

abbandonati sugli Appennini o le Prealpi,

dove sono vissuti i fratelli.

Giro per la Tuscolana come un pazzo,

per l’Appia come un cane senza padrone.

O guardo i crepuscoli, le mattine

su Roma, sulla Ciociaria, sul mondo,

come i primi atti della Dopostoria,

cui io assisto, per privilegio d’anagrafe,

dall’orlo estremo di qualche età

sepolta. Mostruoso è chi è nato

dalle viscere di una donna morta.

E io, feto adulto, mi aggiro

più moderno di ogni moderno

a cercare fratelli che non sono più.

 

Pier Paolo Pasolini, “Una forza del passato”, tratta da “Poesia in forma di rosa”, Garzanti, Milano 1964

 

 

 

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Rosanna

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“Quando la merda varrà oro, il culo dei poveri non apparterrà più a loro.”

 Detto portoghese

 

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“La verità, come la luce, acceca. La menzogna invece è un bel crepuscolo, che mette in risalto tutti gli oggetti.”

Albert CamusLa caduta, 1956

 

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“Solo ciò che è trascorso o mutato o scomparso ci rivela il suo volto reale.”

Cesare Pavese, Terra d’esilio, 1953

 

 

 

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Eleonora Marzadro

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“Ciò che nel collezionismo è decisivo, è che l’oggetto sia sciolto da tutte le sue funzioni originarie per entrare nel rapporto più stretto possibile con gli oggetti a lui simili. Questo rapporto è l’esatto opposto dell’utilità, e sta sotto la singolare categoria della completezza. Un grandioso tentativo di superare l’assoluta irrazionalità della semplice presenza dell’oggetto mediante il suo inserimento in un nuovo ordine storico appositamente creato: la collezione.”

Walter Benjamin – Passages

 

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Ho una vasta collezione di conchiglie, che tengo sparse per le spiagge di tutto il mondo.

Steven Wright

 

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Non ci è permesso scegliere la cornice del nostro destino. Ma ciò che vi mettiamo dentro è nostro.

Dag Hammarskjöld

 

Beatrice Barozzi

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Il designer, contrariamente all’artista e allo stilista, non ha uno stile suo personale col quale risolvere formalmente qualunque problema. La produzione di un vero designer non ha elementi estetici particolari che caratterizzano ciò che progetta, egli può produrre una lampada sferica o cubica o tubolare, ma il suo primo scopo è che faccia luce e che abbia un giusto prezzo in relazione al materiale di cui è composto. Egli può occuparsi di produzioni molto diverse come funzioni, materiali e tecniche, proprio perché non ha uno stile suo, ma le forme che verranno fuori saranno il risultato di una soluzione ottimale di ogni elemento che concorre a formare l’oggetto.

Il vero designer può progettare un mobile, un giocattolo, una struttura metallica, può occuparsi di un problema di illuminazione o altro, tutti diversi tra loro, non perché sia un genio, ma perché ha un metodo di progettazione che lo conduce a soluzioni logiche ed anche estetiche tutte diverse, secondo i materiali, le tecniche e le funzioni.

Bruno Munari

 

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La fabbrica non può guardare solo all’indice dei profitti. Deve distribuire ricchezza, cultura, servizi, democrazia. Io penso la fabbrica per l’uomo, non l’uomo per la fabbrica.

Adriano Olivetti